Paolo Tegoni
"Malvasia, un diario Mediterraneo"
Paolo Tegoni, gastronomo, docente e sommelier, ispirato per questa avventura dalla lettura di diversi autori, tra i quali Fernand Braudel, Mario Soldati e Predrag Matvejevic, e dall’amore per il Mediterraneo e le sue genti e il racconto di viaggio, ha deciso di ricercare e scrivere di questo vino mediterraneo per eccellenza, nelle sue infinite declinazioni territoriali e produttive e nei suoi protagonisti, come prezioso pretesto per descrivere le tante culture che gli appartengono nello spazio e nel tempo.
Con lui, in questo contesto geopoetico e sensoriale il fotografo Francesco Zoppi, professionista che da anni indaga il mondo del cibo nei suoi numerosi aspetti, dalle filiere di produzione alle tematiche sociali come l’integrazione, il lavoro stagionale legato all’immigrazione e la rivalutazione del territorio attraverso il lavoro dell’uomo.
Lasciate allora che Paolo e Francesco vi conducano lungo le pagine di un viaggio infinito che si srotola davanti al lettore con parole e immagini, in un continuo dialogo tra passato, presente e futuro; tra profumi e sapori; tra terra e mani da leggere e rileggere, tenere come spunto per il prossimo viaggio e come ricordo di qualcosa già visto da non dimenticare.
Seguendo le prime tracce della Malvasia si va indietro nel tempo fino al Medioevo. Raccogliendo le testimonianze del vignaioli, Tegoni attraverso il suo libro percorre tutta la nostra Nazione spingendosi oltre e raccontando la storia del Mediterraneo. Infatti, il nome Malvasia nasce dalla penisola greca di Monemvasia, in Laconia, dove i mari Ionio ed Egeo si incontrano. Inoltre, le pagine di “Malvasia, un diario Mediterraneo” possono essere anche lo sputo per un viaggio alla scoperta della ricchezza e bellezza del nostro territorio. Sono, infatti, tanti gli spunti di viaggio con mappe e suggerimenti gastronomici, ma non solo. Ripercorrere la storia di un vino è anche costruire una fotografia della società e delle sue persone: tradizioni, cultura, tecniche e legami. L’intera opera ci ricorda il valore immenso del nostro territorio: scrigno di tesori, di bontà e bellezza. A rendere ancora più magico e al contempo reale il racconto ci sono le fotografie di Francesco Zoppi che da anni rappresenta tutte le dimensioni del mondo del cibo.